Dissesto idrogeologico nel Lazio, cosa rischia il territorio del Lazio dal punto di vista idrogeologico? Purtroppo le problematiche non sono poche e la maggior parte dei guai, dipendono dall’incuria e dalla trascuratezza, da una generazione dietro l’altra. continuiamo a consumare superficie, il che è assurdo.
Dissesto idrogeologico nel Lazio
Complessivamente l’85% dei comuni italiani ha delle aree a rischio, ma a quanto pare manca la volontà di dare un segnale deciso. Se guardiamo la nostra Regione, con l’Appennino da una parte, il mare dall’altra, i fiumi non solo sono inquinati, ma direi in affanno.
Il Lazio purtroppo è una delle regioni più ad alto rischio idrogeologico. Pressappoco il 33% dei comuni ha interi quartieri costruiti in zone a rischio. Ci sono villette a schiera erette nei letti di fiumi “estinti”. Eppure l’acqua ha una memoria e in caso di alluvione, tutto potrebbe essere spazzato via. Nonostante i campanelli d’allarme, negli ultimi vent’anni si è continuato a edificare. Ci aggiriamo attorno ad un 15% di costruzioni nel giro di poco tempo. Non possiamo ignorare che circa il 33% dei comuni del Lazio ha interi quartieri a rischio e i paesi della costa non sono in una buona situazione, vista l’erosione.
Abusivismo edilizio
Innanzitutto serve uno “Stop al Consumo di Suolo”, poiché non è concepibile, che in tanti comuni del Lazio, si continui a costruire e a farlo in aree a Rischio Idrogeologico. In Italia sono migliaia le case e i caseggiati vuoti, eppure si costruisce ancora. Almeno nel 42,6% dei comuni ci sono aree a pericolo di frana, nel 5,6% a pericolosità idraulica.
In un territorio come il nostro, spesso il problema è l’abbandono, poiché le montagne e le colline hanno subito uno spopolamento da parte di contadini che sono emigrati nei decenni passati. Nel 36,8% dei casi il pericolo idraulico e di frana è elevato e per eventi così drammatici, la conta dei danni a cose e persone potrebbe essere molto ingente. Dobbiamo considerare che l’84,9% dei comuni laziali ha aree esposte a forte rischio. Inoltre questi rischi riguardano il patrimonio d’opere d’arte che sono una risorsa per la nostra economia.
Frane nel Lazio
Del restante territorio di 17.232 kmq complessivi di superficie, il 7,7% è a rischio idrogeologico, quindi un dissesto improvviso potrebbe cambiare del tutto “la panoramica”, i luoghi. Troppi comuni hanno interi quartieri dei nostri paesi e città che sono a rischio e troppe amministrazioni concedono ancora autorizzazioni a costruire su aree a pericolo di inondazione o frana. Ancora non vediamo demolizioni massicce di strutture erette in zone a rischio. Tanti cittadini del territorio del Lazio intero, chiedono uno Stop al consumo di suolo.
Un vero campanello d’allarme dovrebbe suonare considerando che delle circa 900.000 frane censite nelle banche dati dei paesi europei, quasi i 2/3 sono contenute nell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia. Le montagne vengono giù perché c’è incuria e le valanghe scendendo non trovano ostacoli. I dati che riguardano i Beni Culturali complessivi a rischio frane in Italia, sono oltre 38.000; pari al 17,9% del totale.
Frane e alluvioni nel Lazio e Dissesto idrogeologico nel Lazio
Non si tratta di persone, ma se perduti, non possono essere ricostituiti, per lo meno non sempre. Basti pensare ai danni all’arte che seguirono dopo l’alluvione di Firenze. Se consideriamo le classi di pericolosità elevata P3 e molto elevata P4 i Beni Culturali, esposti sono oltre 12.500 pari al 5,9%. Per la salvaguardia dei Beni Culturali, è particolarmente importante valutare tutte le classi di pericolosità; tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale potrebbero essere inestimabili e irreversibili fino alla perdita totale del bene; quelli architettonici, monumentali e archeologici.
A differenza dei beni mobili (es. quadri, sculture), non sono inoltre delocalizzabili e necessitano quindi di adeguate misure strutturali di salvaguardia. E’ evidente che per fermare l’aumento dei rischi idrogeologici va bloccato per sempre il diluvio di cemento e fermata l’espansione infinita delle città.