Dolci e tradizioni per Ognissanti nel Lazio e gli antichi culti. Nel Lazio, soprattutto un tempo, c’erano i regali ai bambini per i morti; che hanno un ruolo fondamentale in questa festività. Si donavano giocattoli e, in alcune zone in particolare, abitini o accessori, come le scarpe nuove ripiene di cioccolatini e leccornie varie. Ancora oggi si cucinano tante frittelle in moltissime varianti.
Dolci e tradizioni per Ognissanti
Questo accadeva perché la Festa dei Morti era considerata quasi come un’anteprima del Natale! Ognissanti, la trepidazione era così forte che la domanda del giorno “Chissà cosa ci porteranno i morti?” veniva ripetuta all’infinito, quasi come una litania! La festa di Ognissanti appartiene al calendario liturgico cristiano che commemora i Santi canonizzati. Fu nel 835 che Papa Gregorio Magno spostò la Festa di Ognissanti, che si celebrava il 13 maggio, al 1° novembre con l’intenzione di cristianizzare la festa pagana di Samhain.
Fu poi nel X secolo che il 2 Novembre venne istituita la Festa dei Morti o meglio una giornata in ricordo dei propri defunti. Questi giorni nel Lazio si caratterizzano dalla preparazione di molti piatti tipici, specialmente tanti dolci, doni e pranzi conviviali. Le visite ai defunti non sono mai tristi, ma si cerca di rinsaldare i legami familiari.
I dolci dei morti
Il legame con i defunti si materializza quindi anche attraverso i dolci tipici e con la preparazione di piatti caratteristici da consumare in determinati momenti della festività. Le fave dei molti, le torte salate e biscotti vari, si trovano in molti negozi e nei supermercati. Quanto ad Ognissanti nello specifico, ovvero la celebrazione dei santi e dei martiri cristiani, la sua origine come dicevamo, coincide praticamente con la storia stessa del cristianesimo; dal momento che la memoria collettiva, divenne presto anche liturgica.
Lo fu da subito celebrando tutti i numerosi martiri dell’antichità, diffusissima da subito fra le prime comunità. Ci sono, infatti, testimonianze certe che ne parlano come una festa assai sentita fin dal secondo secolo. Anche se fu solo papa Gregorio III, intorno al 730, che ne stabilì la attuale e definitiva data al 1° novembre. Alcuni studiosi sostengono che tale scelta sia stata dettata dalla celtica festa di Samhain.
Sant’Odilone di Cluny
La stessa che ha portato ad Halloween, su insistenza della chiesa anglosassone. Tuttavia, diversi fatti storici portano ad una sostanziale confutazione di questa tesi; benché essa sia spesso indicata come corretta dai meno informati. La commemorazione dei Defunti ha un’origine molto successiva ed un “padre” preciso. Fu infatti l’abate benedettino Sant’Odilone di Cluny che decise di celebrare i vespri del 1° novembre per questo scopo; riprendendo un’antica tradizione bizantina. Tale consuetudine si diffuse rapidamente in tutta la cristianità.
Innumerevoli sono le tradizioni popolari che fanno di queste feste una vera e propria celebrazione collettiva di popolo. Esse, occorre dirlo, hanno però una caratteristica ben diversa da Halloween. Invece dell’ormai anche troppo spettacolarizzato carrozzone di zucche; la nostra cultura conosce una festa di speranza, dove i morti sono da ricordare, “andare a trovare” e omaggiare, nella prospettiva cristiana della vita.
Papa Gregorio III e Dolci e tradizioni per Ognissanti
Spesso, tale festa, è occasione per organizzare atti di carità, ad esempio, sono moltissimi in tal senso gli esempi di “carità dei morti” nei confronti dei poveri, o degli orfani, o per il mutuo sostegno fra i “sopravvissuti”. Da questa origine nasce un po’ ovunque nel nostro paese per esempio la consuetudine di preparare dolci “per i morti”; o di lasciare libero un posto a tavola per loro, rinnovandone la memoria.
Oppure di distribuire cibo o bevande a chiunque bussi alla porta. Insomma, divertiamoci pure con Halloween. Ma poi, sul serio, difendiamo le nostre tradizioni che ci sono tanto care e scaldano il cuore.
Buono! 😋