Edoardo Sylos Labini, editore visionario, profondamente italiano – itLatina

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ARTE PERSONAGGI

Edoardo Sylos Labini, editore visionario, profondamente italiano

Edoardo Sylos Labini- Edoardo durante uno spettacolo

Edoardo Sylos Labini nasce a Pomezia, una delle città di fondazione; tutte eleganti, belle nell’architettura e uniche in Italia. Una storia e una memoria che oggi tutte le città con una genesi comune, come Latina già littoria, Aprilia o Sabaudia, Pontinia, Pomezia, Colleferro, Guidonia Ventotene, in cordata, cercano di valorizzare, riscoprendo un’identità profonda.

Edoardo Sylos Labini

Nascere in una città di fondazione, significa avere una memoria complessa, importante, frammista di storie che compongono una formazione profonda. Basti pensare ai coloni del Veneto, dal Polesine, e dall’Emilia, che già conoscevano le zone paludose e le alluvioni. Gente abituata al duro lavoro dei campi e alla fatica. Taluni dicono che queste città, non hanno memoria.

Edoardo Sylos Labini - Tricolore a teatro

Niente di più falso. Nelle vene delle genti che le vivono, scorre una storia antica, tracciata dai romani, tramandata attraverso i nostri usi e costumi e che si esprime oggi, attraverso figli che portano cultura e arte nel mondo. Edoardo Sylos Labini è uno di questi e la sua storia recente lo certifica. Andando un po’ a ritroso, nel ‘95 lo avremmo trovato debuttare al fianco di Alida Valli e Giustino Durano in “Questa sera si recita a soggetto” di L. Pirandello. Gli ubriacanti anni ’80 erano tramontati già da un pezzo.

Cultura e identità

E quello che si agitava in Italia, invogliava i migliori uomini e donne a tracciare nuovi solchi su un terreno antico e fertile, per seminare l’Italia del domani. Sylos Labini era tra questi. Le sue successive esperienze cinematografiche e teatrali sono state davvero tante fino ad oggi; tuttavia, emerge prepotente in lui sempre la scrittura. Affiora la voglia di mettere nero su bianco pagine di un neo rinascimento italiano, e mettersi in gioco con quel coraggio che non è sempre comune nel mondo dell’arte italiana contemporanea.

Al riguardo, se arriviamo al ‘98, lo vediamo vincere come autore, il Premio Riccione con la sua opera prima “Scritti metropolitani per violino”. Nel 2013 fonda e dirige il web magazine IlGiornaleOff.it, approfondimento dell’inserto OFF cartaceo del sabato del quotidiano Il Giornale, che vince poi il Premio Margutta – la via delle arti per l’Editoria 2017. Essere “un italiano autentico”, oggi appare eccentrico.

Città di fondazione

Egli è fuori dagli schemi di un cinema che guarda all’estero, ad altre culture, frammisto d’aglicismi e si allontana dal vulnus italiaco. Ricordiamo che qui, nel Lazio furono i fratelli Bracaglia ad essere tra i primi registi del cinema italiano. Non avevano bisogno di scimmiottare uno stile straniero. Il percorso dell’autore di Pomezia rimarca queste sensazioni.

Copertina - immagine dell'associazione

E non dimentica la sua città, poiché nel luglio 2008 è ideatore e direttore artistico del primo Festival “Il mito di Enea” per il comune di Pomezia; interpretando lo spettacolo “I quaderni di Pomezia”, liberamente tratto dal romanzo “Shaw 150” di Antonio Pennacchi. Nel tempo interpreta grandi personaggi e personalità tricolore della storia italiana; come da F. T. Marinetti, Italo Balbo, Mazzini o il Vate D’annunzio. L’italianità lo premia e riceve la medaglia dalla Presidenza della Repubblica; in occasione del 150° dell’Unità d’Italia per lo spettacolo Disco Risorgimento.

Pomezia

Nel 2016 riceve anche il Premio Penisola Sorrentina per lo spettacolo D’Annunzio. La scrittura e l’essere autore continua. E lui, continua a lavorare come editore, visionario e adamantino, dando vita a quella che è forse una delle sue creature più significative, ovvero i Festival di CulturaIdentità.

foto romano  - Giornale e Labini

Va ancora a tracciare solchi e a piantare semi; raccogliendo sempre più consensi. Ne riceve da italiani, sempre più soffocati da letteratura, cinema e messaggi che non esaltano il popolo che ha dato vita alla Civiltà Occidentale. Orbene tanti seguono questo filo invisibile, abbeverandosi a questo neo rinascimento popolare. Coerente con la fierezza dell’essere italiano, in occasione del centenario dell’Impresa di Fiume, Edoardo Sylos Labini mette in scena anche lo spettacolo “Fiume 1919”. I Festival sono un successo crescente, poiché raccontano, strappando la pellicola trasparente e soffocante dell’omologazione; la storia e le radici del nostro territorio, anche quello delle città di fondazione.

CulturaIdentità e Edoardo Sylos Labini

Nei tempi che viviamo, la nostra identità culturale, spesso può apparire ingiallita, sbiadita; contaminata da influenze straniere che non ci appartengono. La nostra storia resta mortificata, come pagine di vecchi libri che nessuno apre. Qualche foglio di questa storia è stato strappato, per via di legami divelti; per colpa dell’emigrazione italiana che oggi tenta di riannodare i fili della propria memoria storica. E’ come se tanti italiani si guardassero indietro cercando qualcosa. Cercano vestigia e orme, riscoprendosi come il popolo che è origine dell’intera civiltà occidentale. Tuttavia siamo una Nazione che è decisa a ritrovarsi. Difendere l’Identità e promuovere la Cultura più intrinseca; significa guardare al futuro tenendo stretto il passato. Dopotutto non può esserci un avvenire se non si riscoprono, valorizzano e non si rispetta; ciò che è stato costruito prima.

Fonte foto -pag. Facebbok – Edoardo Sylos Labini

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Edoardo Sylos Labini, editore visionario, profondamente italiano ultima modifica: 2022-03-22T07:00:00+01:00 da simona aiuti

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