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STORIA VALORI

Il giorno del ricordo, rammentando quei fratelli italiani

il giorno del ricordo - Lapide nel cimitero di Fiume

Il giorno del ricordo, per non dimenticare i massacri delle foibe e l’esodo dalmata-giuliano; una pagina di storia che per molti anni è caduta nell’oblio.

Il giorno del ricordo

Oggi finalmente “Il giorno del ricordo”, rammenta una tragedia confinata nel regno del silenzio per quasi sessant’anni. L’orrore delle foibe, dal 2004 commemora un dolore immenso, ovvero da quando il Parlamento approvò la “legge Menia”; dal nome del deputato triestino che l’aveva proposta. Orbene nel 2005 gli italiani per la prima volta celebrarono il “Giorno del Ricordo”, in memoria dei quasi ventimila nostri fratelli italiani.

il giorno del ricordo - foto di esule Italiana
fonte foto – Wikipedia – pubblico dominio

Si parlò prepotentemente dei torturati, e gettati nelle foibe; le fenditure carsiche usate come discariche dalle milizie della Jugoslavia di Tito alla fine della seconda guerra mondiale. La memoria delle vittime delle foibe e degli italiani costretti all’esodo dalle ex province italiane della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia è un tema ancora poco noto. Eppure quelle persone meritano, esigono di essere ricordate. Nei Balcani, ovvero in Croazia e Slovenia, il crollo dell’esercito italiano aveva coinvolto le due capitali, Zagabria e Lubiana.

Il giorno del ricordo le foibe

La violenza esplose proprio dopo l’armistizio, l’8 settembre 1943. Con il crollo del regime, tutti gli italiani non comunisti vennero considerati nemici del popolo, prima torturati e poi gettati nelle foibe. Morirono, si stima, circa un migliaio di persone. Tito e i suoi uomini, fedelissimi di Mosca, iniziarono la loro battaglia di (ri)conquista di Slovenia e Croazia, senza fare mistero di volersi impadronire non solo della Dalmazia e della penisola d’Istria (dove c’erano borghi e città con comunità italiane sin dai tempi della Repubblica di Venezia), ma di tutto il Veneto, fino all’Isonzo.

il giorno del ricordo - immagine di Foiba Di Pisino
fonte foto – Wikipedia – Mijozi – CC BY 3.0

Fino ad aprile del 1945 i partigiani jugoslavi erano stati frenati dai tedeschi. Ma con il crollo del Terzo Reich nulla ormai poteva più fermare gli uomini di Tito, L’obiettivo era l’occupazione dei territori italiani. Nella primavera del 1945 l’esercito jugoslavo occupò l’Istria e puntò verso Trieste. Tuttavia, le truppe alleate avanzavano dal Sud della penisola.

Legge Menia

La prima formazione alleata a liberare Venezia e poi Trieste fu la Divisione Neozelandese del generale Freyberg; l’eroe della battaglia di Cassino, appartenente all’Ottava Armata britannica. Fu una vera e propria gara di velocità. Gli jugoslavi si imadronirono di Fiume e di tutta l’Istria interna, dando subito inizio a feroci esecuzioni contro gli italiani.

il giorno del ricordo - Cippo Per Foibe commemorativo
fonte foto – Wikipedia – CC BY-SA 3.0 – Amarvudol

Ma non riuscirono ad assicurarsi la preda più ambita: la città, il porto e le fabbriche di Trieste. I primi a finire in foiba nel 1945 furono carabinieri, poliziotti e guardie di finanza, nonché i pochi militari fascisti della RSI e i collaborazionisti che non erano riusciti a scappare per tempo; in mancanza di questi, si prendevano le mogli, i figli o i genitori. I condannati venivano legati l’un l’altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi, e schierati sugli argini delle foibe. Quindi si apriva il fuoco con raffiche di mitra.

Infoibati

Si colpiva soltanto i primi tre o quattro della catena, che precipitando nell’abisso; morti o gravemente feriti, trascinando con sé gli altri sventurati. Erano condannati così a sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, sui cadaveri dei loro compagni, tra sofferenze inimmaginabili. Eppure non tutti dimenticarono “gli italiani”. Fin dal dicembre 1945 il premier italiano Alcide De Gasperi presentò agli Alleati “una lista di nomi di 2.500 deportati dalle truppe jugoslave nella Venezia Giulia”. Indicò in almeno 7.500 il numero degli scomparsi. In realtà, il numero degli infoibati e dei massacrati nei lager di Tito fu ben superiore a quello temuto da De Gasperi. Le uccisioni di italiani – nel periodo tra il 1943 e il 1947 – furono almeno 20mila; gli esuli italiani costretti a lasciare le loro case almeno 250mila.

Il giorno del ricordo, rammentando quei fratelli italiani ultima modifica: 2021-02-10T09:16:39+01:00 da Redazione

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