Le Stufe di Nerone giganteggiano dall’antichità, nate dalle forze vulcaniche che crearono quella che sarebbe divenuta l’attrazione principale di Baia, tanto amata da Nerone. Sono perfettamente funzionati e vale la pena farci un salto!
Le stufe di Nerone
Ancora oggi, si può godere di sorgenti calde naturali, in cui immergersi e godere di un rilassante bagno, proprio come gli antichi romani. Il calore di tali sorgenti vulcaniche, veniva sfruttato dagli ingegneri romani per riscaldare i bagni dei complessi termali. La bellezza e l’esclusività di Baia, località mitica, esclusiva e ricercata dell’epoca, risiedevano proprio nel riuscire a sfruttare una risorsa naturale.
Sembra incredibile la presenza dell’acqua fino a 85°C, capace di generare calore senza fumo. “le stufe di Nerone” ancora funzionanti dopo oltre duemila anni, hanno mantenuto la struttura di un bagno romano tipico. Duemila anni fa i ricchi dell’antichità venivano a Baia, il luogo di villeggiatura più ricco ed elegante dell’Impero romano. Chi poteva si costruiva una villa. Il nome di questa splendida insenatura è legato al leggendario viaggio di Ulisse che qui seppellì il suo compagno Bajos.
Baia e Campi flegrei
Approdo della potente Cuma fu il luogo più decantato e frequentato per le sue delizie ambientali e per queste sue sorgenti termali. Le terme, si dice, furono inventate proprio qui. Il cielo azzurro, il mare trasparente, il clima piacevole, l’acqua calda; tutto sembra fatto per stimolare la pigrizia e il piacere, ma anche il relax.
La bellezza del luogo e la ricchezza dei paesaggi erano tali che ispirarono poeti come Orazio che disse: “Nessun golfo del mondo risplende più dell’amena Baia“. Qui avevano una “villetta per le vacanze” Giulio Cesare, Pompeo Magno, Marco Antonio, il poeta Lucullo e Cicerone. L’elenco degli imperatori che frequentavano Baia è lunghissimo. Qui oziavano Caligola, Claudio, Nerone, Domiziano, Adriano, Antonino Pio, Commodo, Alessandro Severo. Baia era luogo di “divertimenti e giochi” per Ennio, di “piaceri, amori e tradimenti” per Cicerone. Ma anche di “dannazione” per Properzio e “vizio” per Seneca”.
Nerone a Baia
Era la “dorata spiaggia della beata Venere” per Marziale, dove “non solo le vergini divengono un bene comune, ma molti vecchi ringiovaniscono e numerosi fanciulli si effeminano”. Il poeta Marziale nota ironicamente: “A Baia una donna arriva come una Penelope e ne riparte come un’Elena”. Seneca in una lettera dipinse le notti Bajane, ebbre di musica, vino e donne facili. Alle acque termo-minerali flegree viene quindi attribuito un potere terapeutico con virtù magiche, tant’è che il mondo ne resta meravigliato e Boccaccio le vedrà sgorgare nel “luogo natale di Venere”.
Quasi dappertutto sgorga acqua bollente che “consolida le piaghe vecchie e nuove, aiuta tutto il corpo, libera del mal di cuore e dell’artrite, assottiglia le membra grasse, i tristi rende esultanti”. Tra corsi e ricorsi storici, l‘attività termale, qui non si è mai interrotta. Nel XVIII secolo Baia divenne di nuovo nota per le rinomate acque termali.
Stazioni termali del centro sud
Lo è anche per le grandiose vestigia romane che la inserirono nel Gran Tour dei viaggiatori europei. Orazio, che disse: “Nessun golfo del mondo risplende più dell’amena Baia”. Plinio il vecchio affermava che in nessun luogo della terra vi era maggior copia e varietà di acque quanto nel golfo baiano. In una lettera di Seneca, il grande filosofo del I secolo d.C., è descritta la vita che si svolgeva proprio in queste terme, allora al centro dell’animazione più popolare di Baia, e oggi paradiso di tranquillità e riservatezza.
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