San Carlo da Sezze ha un posto particolare nel cuore dei fedeli e il “cuore” appunto”, ha un ruolo particolare nella vita di questa emblematica figura della cristianità. Alla nascita Giancarlo, è l’unico nella storia della cristianità ad aver ricevuto la stigma sul cuore.
San Carlo da Sezze
Il venerato santo nasce a Sezze il 22 ottobre 1613 da Ruggero Marchionne e da Antonia Maccione. I genitori sono due contadini molto devoti e con grandissima fede. Il figlio, nato come Giancarlo è battezzato 5 giorni dopo la nascita; come risulta dall’Archivio capitolare della cattedrale di S. Maria. Pochi anni dopo, per incomprensioni con il maestro, Giancarlo interrompe gli studi elementari. Inizia così la sua vita da pastore e anche contadino.
A soli 17 anni il nostro setino prende il voto di castità perpetua in onore della Vergine. Poco dopo chiede d’essere ricevuto nella provincia romana dell’ordine dei Frati minori. Tutta la sua famigli è contraria, poiché avrebbe voluto vedere il futuro “San Carlo”, come sacerdote. Giancarlo però desidera vivere in umiltà assoluta. L’abito è quello dei Frati minori nel convento di Nazzano. Non senza difficoltà, nel 1635 il nostro prende definitivamente il nome di frà Carlo da Sezze.
Stimmata al cuore
San Carlo, nonostante abbia ricevuto una semplice istruzione elementare, ha il dono della scienza, al punto che scrive nel tempo numerosi testi che vanno dall’autobiografia alla teologia mistica. Al riguardo il Pontefice Alessandro VII lo sceglie come consigliere. Egli riesce ad unire alla più intensa vita interiore e contemplativa, un’instancabile attività caritativa e apostolica. E’ emblematico che i contemporanei di San Carlo da Sezze, sia laici, sacerdoti, religiosi, vescovi; ma anche cardinali e pontefici pendano quasi dalle labbra del Santo.
Avendo avuto quest’ultimo da Dio doni straordinari, come il consiglio e la scienza infusa, è saggio. Ciò consente a San Carlo di scrivere un’incredibile produzione ascetico-letteraria. Ad esempio, ad Alessandro VII, che lo interroga su Girolama Spada, giustiziata come eretica a Campo de’ Fiori il 5 luglio 1659; Carlo risponde che non essersi mai recato a casa della donna, sapendo che in lei non v’era nulla di buono.
San Francesco a Ripa
Clemente IX lo invia a Montefalco per esaminarvi lo spirito di una monaca, falsamente ritenuta santa. Il fatto emblematico della vita di San Carlo è che nell’ottobre del 1648, partecipando alla celebrazione eucaristica nella chiesa di S. Giuseppe; a Capo le Case in Roma, al momento dell’elevazione, riceve dall’stia consacrata la stimmata al cuore. Si tratta di un fatto unico nella storia della chiesa.
San Carlo, come frate nel tempo lavora come cuoco, ortolano, portinaio, questuante e sagrestano; distinguendosi per umiltà, ubbidienza, e amore verso il prossimo. Carlo poi predice il pontificato romano ai cardinali Fabio Chigi (Alessandro VII), Giulio Rospigliosi (Clemente IX), Emilio Altieri (Clemente X) e Gianfrancesco Albani (Clemente XI). Sa Carlo da Sezze muore a Roma il 6 gennaio 1670 e diventa Beato nel 1882; durante il Pontificato di Leone XIII. Il suo corpo riposa nella chiesa di San Francesco a Ripa, nel quartiere Trastevere a Roma.
Casa natale di San Carlo da Sezze
Dopo la morte, la singolare stigma sul petto, è subito riconosciuta di origine soprannaturale da un’apposita commissione medica voluta dalla chiesa. Si adduce tale fatto come uno dei due miracoli richiesti per la beatificazione. E’ Papa Giovanni XXIII a proclamarlo Santo infine il 12 aprile del 1959.
