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Tombola degli antichi romani e musica per festeggiare capodanno

Tombola degli antichi romani - Strumenti tipici dell'antica Roma

Tombola degli antichi romani, e non solo! Durante le feste di fine anno e di capodanno, i romani celebravano in canti le gesta degli antenati. Si trattava di trattenimenti usuali durante i banchetti. Non mancavano le letture, ma anche esecuzioni musicali, e giuochi d’azzardo.

Tombola degli antichi romani

I ricchi organizzavano spettacoli, dei veri caffè-concerto sia in casa, sia fuori, con suonatrici di nacchere che eseguivano danze lascive. Erano comuni gli acrobati. Come oggi per le feste tiriamo fuori le scatole dei giochi, così accadeva per gli antichi romani. I giochi da tavolo erano molto doffusi.

Ai tempi questi tipi di giochi venivano chiamati in latino “tabulae lusoriae”. Il gioco più diffuso era un antenato della nostra dama e dei nostri scacchi, il “gioco dei soldati” o “ludus latrunculorum”. Sappiamo che si giocava su una scacchiera divisa da linee orizzontali e verticali; sulla quale si collocavano sedici pedine, dette “calculi” o “milites”. Scopo del gioco pare fosse quello di impadronirsi del maggior numero di pedine dell’avversario. Si costruivano scacchiere in legno, o molto semplicemente alcune volte si tracciavano delle linee persino in strada, come ci testimoniano anche i gradini della Basilica Iulia del Foro Romano.

ludus latruncolorum

Non solo, si sono trovate incisioni di scacchiere anche su grosse lastre di marmo. Le pedine utilizzate avevano le forme più disparate ed erano generalmente in legno, in osso o in vetro colorato. Testimonianze a riguardo ci arrivano anche da Petronio, che nel suo Satyricon ci descrive le pedine d’oro e d’argento che usava il ricchissimo Trimalcione. All’epoca i dadi da gioco erano ricavati dalle ossa di diversi animali.

I dadi erano particolarmente amati dai romani, questo è riportato da moltissime fonti. Il gioco dell’alea è un predecessore del gioco della tabula e tutti e due rappresentano dei progenitori del backgammon. Sia alea che tabula, entrambi a loro volta appaiono legati ad un gioco noto come Ludus duodecim scriptorum. Questo gioco tuttavia si differenziava dagli altri perché si giocava su una tavola da 36 caselle (3×12) anziché da 24, come tipico degli altri giochi.

Ludus duodecim scriptorum

La sfida era tra due giocatori che disponevano sulla scacchiera dodici pedine. Per muovere le pedine occorreva tirare i dadi. Muovendo sulla casella occupata da un altro giocatore, questa veniva occupata e la pedina perdente era costretta a iniziare nuovamente da capo il suo percorso.

Pompei

Le tavole del “gioco dei dodici punti” recavano spesso immagini o frasi, anche scherzose e provocatorie come:victus lebate, luder nescis. Daluso rilocum“, vale a dire: “sconfitto alzati, non sai giocare. Lascia il posto a un vero giocatore!“. Su queste tavole si sono rinvenute spesso anche frasi che celebravano la spensieratezza della vita: “venari, lavari, ludere, ridere: hoc est vivere“, “andare a caccia, fare il bagno, giocare, ridere: questo è vivere“. insomma si suonava, cantava, mangiava frutta secca e ci si scambiava doni, e auguri brindando come facciamo noi oggi.

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Tombola degli antichi romani e musica per festeggiare capodanno ultima modifica: 2022-01-01T07:00:00+01:00 da Redazione

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