Uomo di Neanderthal al Circeo, anzi nove! Si tratta di una scoperta eccezionale, unica in Europa, che apre nuovi scenari e offre opportunità di ricerca di grande rilievo. L’uomo di Neanderthal è la prima specie di cui possiamo parlare come società umana organizzata.
Uomo di Neanderthal al Circeo
Sono trascorsi più 80 anni dalla scoperta della Grotta Guattari a San Felice Circeo da parte di un gruppo di operai. Nessuno avrebbe mai immaginato che avrebbe rivelato poi, un tesoro così grande. Scoperta casualmente nel 1939, la Grotta Guattari, ha potuto disvelarci oggi, un tesoro scientifico e archeologico, per via di un crollo risalente a circa 60 mila anni fa. L’evento sigillò l’apertura, cristallizzandone l’interno; come una “scena del crimine”.
Orbene, il ritrovamento all’epoca di una calotta cranica ben conservata, aveva già definito la grotta come uno dei siti più importanti in assoluto nello studio dell’uomo di Neanderthal. Ora, sta lavorando sul sito, la Soprintendenza archeologica di Frosinone e Latina; featuring l’Università di Tor Vergata. Sarà affascinante andare indietro centomila anni, facendo un viaggio sulla “macchina del tempo”. Basterà entrare nella grotta, dove probabilmente, alcuni ominidi, forse un nucleo familiare, cercarono, immersi in un territorio all’epoca pieno di percoli.
Uomo di Neanderthal al Circeo nella Grotta Guattari
Forse lì si riparavano, scaldandosi e consumavano i loro pasti. Al momento sappiamo che quei nostri antenati erano uomini di Neanderthal, in qualche modo parenti dell’homo sapiens. Le attuali ricerche, si avvalgono di strumentazioni moderne, che hanno potuto ampliare moltissimo il raggio d’azione. Si è indagato, insistendo soprattutto nell’aria denominata ”Laghetto”, per via dell’acqua presente nei mesi invernali.
Ed è stato lì che sono stati rinvenuti i reperti riguardanti ben nove individui. Sono emersi una calotta cranica, un frammento di occipitale, frammenti di mandibola, due denti, tre femori e altri frammenti umani. Gli scheletri ritrovati, appartengono tutti a individui adulti, tra cui una femmina, tranne uno forse più giovane. Nel complesso, uno solo degli ominidi è databile tra i 100mila e i 90 mila anni fa. Gli altri tra i 50mila e i 68mila anni fa.
Archeologia nel Lazio
Il primo cranio rinvenuto nel ’39, al centro di un cerchio di pietre, aveva fatto pensare a un rituale di cerebrofagia; forse un “cannibalismo rituale”. Il ritrovamento oggi di altri teschi con le stesse caratteristiche, potrebbe far pensare a una conferma. Un’altra ipotesi è che il cranio potrebbe essere stato svuotato dalle stesse iene hanno usato la grotta come tana. Al riguardo, sono emersi resti di elefante, rinoceronte, di orso e dell’uro, un grande bovino estinto. Probabilmente le iene trascinano le loro prede nella tana.
Molte delle ossa, infatti, presentano segni di rosicchiamento. Tornando agli ominidi, già da ora, dall’analisi dei denti, emerge che mangiavano molti cereali. I Neanderthal erano certamente simili a noi, contemporanei ai sapiens, ma diversi per alcuni aspetti, soprattutto cognitivi e comunque estinti. Vivevano in un ambiente impervio, ostile, tra belve e probabilmente nelle grotte; cercavano di affilare le loro armi, come punte di lance.
Università di Roma La Sapienza
Uno degli scopi delle ricerche oggi, è quello di capire i cambiamenti climatici dell’area pontina, intervenuti tra 120 mila e 60 mila anni fa; studiando dei resti di animali e dei pollini. Dove oggi ci sono latifondi coltivati, migliaia di anni fa c’erano praterie, foreste e paludi, popolate da animali feroci. Infine, le indagini sulla grotta Guattari ancora in corso, saranno certamente lunghe. Coinvolgono già enti di ricerca come Ingv, Cnr, Università di Pisa e l’Università di Roma La Sapienza. L’obiettivo archeologico e scientifico della ricerca è quello di ricostruire in modo più preciso possibile; il quadro paleontologico di quella che era la pianura pontina in un remoto periodo compreso tra 125mila e 50mila anni fa.
Wow!!
Dove Sarebbero i latifondi? Ma sai che significa questa parola?