Sulle tracce di San Silverio si scoprono realtà grandi e piccole, ma sempre sorprendenti. Alcuni ponzesi, da sempre devoti a San Silverio, dove il santo morì, essendo presenti a Napoli, riuscirono a riunirsi in preghiera in una piccola chiesa. Piccolina, stretta e posta vicino al palazzo dei telefoni in via De Pretis a Napoli.
Sulle tracce di San Silverio
Oggi il tempio esiste ancora ed è un chiesa dell’UCAI. S. Silverio trovò qui un piccolo altare sul lato destro della chiesa. E sempre qui ogni venti del mese si celebrava la messa a cui partecipavano tutti i ponzesi. Inoltre ogni giugno, come accade a Frosinone, Ponza, in Piemonte o Negli Stati Uniti, si festeggiava in modo solenne.
Tra corsi e ricorsi storici, era tanta la devozione che si volle cercare per San Silverio una sede unica e soltanto sua. Si identificò questo luogo all’interno di un cortile, di un palazzo di via Giovanni Paladino N°8. Alcuni offrirono spontaneamente il suolo e si costruì una piccola cappella con i soldi raccolti fra i devoti ponzesi. Si comprò quindi l’altare, mentre la porticina di custodia la offrì una signora che si chiamava Giuseppina. Un’altra signora fece realizzare dal prof Minucci la tiara in argento, pietre dure ed il triregno.
San Silverio a Napoli
Fece inoltre restaurare anche la statua da Mimmo Esposito. Il 20 giugno del 1954 con una messa celebrata da Mons. Trigilio delegato dal cardinale di Napoli, si consacrò il piccolo tempio. Era presente anche padre Scarpelli parroco di S. Filippo e Giacomo nel cui territorio ricade Via Paladino. Ma anche il rettore del Gesù Vecchio e così consacrata la chiesa di S. Silverio.
Da allora ogni venti del mese e ogni venti giugno si celebrarono messe sempre molto affollate ed intense. Il venti giugno differiva solo perché tutto il grande cortile ed il portone erano ricoperti di teli damascati bianchi e rossi con grandi frange dorate. Al termine della messa cantata con tre sacerdoti c’era il bacio della reliquia. E’ un vero peccato però che in seguito al terremoto dell’80, tutto ahimè cambia. Approfittando dei danni del terremoto, qualcuno ruba tutto, lasciando un altare scarno e privo di tutto.
Papa Silverio Santo da Frosinone a Ponza
Portarono via anche la porticina di custodia. Eppure c’è chi ancora ricorda quando si allestiva sull’altare maggiore per la festa del 20 giugno, già in un’altra chiesa dei paramenti solenni. Si ricorda però che accadde un fatto singolare. Un sagrestano che era divenuto anch’egli devoto di San Silverio, era salito su una lunghissima scala. Stava stendendo le stoffe damascate rosse e bianche. Ad un certo punto si sporse e perse l’equilibrio. Gridò “San Silverio aiutami!”.
Tutti si misero le mani nei capelli. Eppure trovarono il sagrestano seduto e sorridente in basso che disse: “Ma pigliato braccio e ma purtato chiano chiano nterra”. Si dice che pochi giorni dopo la festa in onore del santo fu meravigliosa. Fu allora che si decise di trovare una sede definitiva anche piccola, per San Silverio di cui parlavo. Quella cappellina oggi è un dolce ricordo. Esiste anche un’altra piccolissima chiesetta di pochi metri quadrati.
Torre del Greco
Anch’essa è dedicata a S. Silverio ed è sulla litoranea di Torre del Greco. Anche qui in estate si celebrava la messa ogni domenica per tre mesi, per tutti i condomini del vicinato spesso partecipavano oltre cento persone. La piccola chiesa esiste ancora. Racconto e foto concesse gentilmente da Eduardo Filippo di origine ponzese. La mamma era Silveria Albano, figlia di Lucia Conte e Salvatore Albano.