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Gli archi di San Lidano a Sezze, dal II° a.C.

Gli archi di San Lidano - Sezze Ente Foto dopo il restauro

Gli archi di San Lidano sono parte di una struttura ad arco romano, risalente al II secolo a.C. realizzata con grossi conci radiali di calcare locale. In origine erano tre. Oggi resta solo quello centrale, il più alto. Dei due crollati, di quello a sud resta qualche grossa pietra, mentre l’altro, a nord, è appena visibile grazie ad un restauro dell’83.

Gli archi di San Lidano

Gli archi erano un ponte su cui passava l’antica Via Setina; una struttura massiccia, che sembra progettata per sopportare carichi molto pesanti, come una strada sopraelevata. Del resto, la larghezza degli Archi, è idonea a consentire il transito dei carri in entrambe le direzioni, rientrando nei parametri delle carreggiate romane.

Gli archi di San Lidano - targa commemorativa davanti archi

Al riguardo le carreggiate sono comprese tra i 4 ai 6 metri in pianura e da 10 a 14 metri nei tratti tortuosi in pendio, così come nel tratto collinare tuttora esistente della Via, che misura m. 10,20 compresi i paracarri. La Via Setina, sin dalla fondazione della colonia romana di Setia (384 a.C), scendeva dal paese, procedendo fino  ai Colli Albani. Qui i setini si recavano per le adunanze con gli altri confederati della Lega Latina. Nella zona, in località la Faiola, esistevano a fine ottocento avanzi di una via chiamata Setina.

Gli archi di San Lidano a Sezze

Questo percorso, era possibile anche attraverso l’antica via pedemontana volsca; che correva lungo le falde dei Lepini. Costituiva il più antico asse di collegamento tra il Lazio meridionale e la bassa valle del Tevere. Secondo alcune fonti, la Via Setina iniziava da Roma, immettendosi nell’Appia con un diverticolo per Sezze nei pressi di Foro Appio. Secondo altri avrebbe avuto un percorso tutto autonomo.

Gli archi di San Lidano - Esempio Di Ponte Romano simile a quello sulla via Setina

L’unico tratto certo della Via Setina è quello tuttora esistente; conservato in qualche punto, che discende da Porta Romana, passando per la chiesa della Madonna della Pace e costeggiando la Valle della Cunnula. Tra corsi e ricorsi storici, possiamo dedurre che ai tempi della Lega Latina, la Via Setina raggiungeva i Colli Albani. Si raccordava dopo il Brivolco, con l’antica strada pedemontana volsca. Solo in epoca successiva, con la costruzione della Via Appia, la via Setina si immise sull’Appia stessa; con un diverticolo in prossimità del Foro.

Via Setina

Lo si fece nella località degli Archi; ricco però di corsi d’acqua che tracimavano con estesi pantani. Qui convergevano da Ninfa, i fiumi Teppia, S. Nicola, Portatore, e il Cavata. Dal monte Acquapuzza, proveniva un fiume d’acqua sulfurea. Il Cavata, era navigabile con imbarcazioni, chiamate sandali che andavano anche per la palude. Per far passare la Via Setina in quel luogo paludoso, non esisteva altra possibilità che realizzare una “via aerea”, cioè un ponte a Tre Archi.

Gli archi di San Lidano - Archi di San Lidano prima del restauro

I cui piloni di centro avevano altresì la funzione di rallentare il corso delle acque e agevolare il transito dei sandali. Il fiume era certamente navigabile, e lo si deduce  dall’altezza degli Archi rispetto al piano dei terreni circostanti. Qui si verificavano frequenti inondazioni e pantani. Nella zona c’è la località “Pantanelle”, da “pantano”.

Fiume Cavata

Inoltre quando S. Lidano, costruì nei dintorni degli Archi l’Abbazia di Santa Cecilia, prima dovette bonificare il territorio paludoso. Non certo a causa della Palude vera e propria, perché siamo oltre 6 metri sul livello del mare; quanto per gli estesi pantani. Inoltre, in prossimità degli Archi, si diparte la strada comunale detta “Via del Pesce”, che si collega all’antica via pedemontana volsca, che forse costituiva il tratto della Via Setina che precedeva la via aerea degli Archi. La tradizione legge nel nome della strada, la memoria dei pesci, pescati dei canali e dei pantani; e perché per questa strada si trasportava a Sezze il pesce pescato. Infine, Dopo la costruzione dell’abbazia di Santa Cecilia, e fino alla sua distruzione da parte di Federico II Barbarossa nel 1229, gli Archi erano denominati “Archi di Santa Cecilia”. Poi diventati “Tre Archi di San Lidano”, divenuto anche patrono di Sezze.

Fonte foto – Ente Sezze Facebook

Gli archi di San Lidano a Sezze, dal II° a.C. ultima modifica: 2021-04-29T08:00:00+02:00 da simona aiuti

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