Francesco Le Foche setino di origine, è noto per essere una bravissima persona, oltre che grande professionista nel suo settore. Nato a Sezze, in provincia di Latina, laureato in Medicina e chirurgia all’università Sapienza di Roma, Le Foche è iscritto all’ordine dei medici di Latina.
Francesco Le Foche setino
Le Foche è uno specialista stimato nel campo dell’allergologia e immunologia clinica. A Sezze e non solo, c’è stata grande costernazione per l’aggressione che ha subito il dottore. Dire che il mondo della Sanità sia sotto attacco non è un’affermazione azzardata. L’immunologo di grande prestigio è noto per aver dato un contributo importante per la divulgazione scientifica durante il tremendo periodo #Covid. Spesso lo abbiamo visto ospite in TV ed è ammirevole e non scontato che un professionista a ridosso del momento della pensione, resti “in trincea” per la passione per il lavoro.
Durante la pandemia di Covid, è stato una presenza costante negli studi televisivi, fornendo con un linguaggio semplice, più e spiegazioni sull’evoluzione del virus. Foche si è formato all’istituto di Malattie infettive e tropicali del Policlinico Umberto I Sapienza Università di Roma e lì ha subito l’aggressione.
Ordine dei medici di Latina
Lì dove lavora come responsabile del Day Hospital di immunoinfettivologia, ahimè proprio lì i suoi colleghi hanno dovuto soccorrerlo. Dapprincipio si temeva il peggio, poiché l’aggressione è stata violentissima, ma nel corso delle ore, dopo essere uscito dalla sala operatoria, il suo quadro clinico sta lentamente migliorando. Non è la prima aggressine grave nei confronti di un operatore sanitario e purtroppo è evidente che qualcosa deve cambiare.
L’aggressione è avvenuta nel tardo pomeriggio di giovedì 5 ottobre per mano di un uomo convinto di essere stato curato male dal dottore. Eppure l’ex paziente aveva avuto un problema alla schiena da cui era uscito. Tuttavia, quest’infezione alla colonna vertebrale di cui aveva sofferto, secondo lui non era stata curata bene dal dottore, che avrebbe sbagliato terapia e farmaci. Il 36enne romano in arresto per tentato omicidio e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Day Hospital di immunoinfettivologia
A quanto pare il presunto aggressore voleva che il dottore gli curasse anche il cane, ma per quello occorre ovviamente un veterinario. In ogni caso tante sono state in queste ore le dichiarazioni di affetto, sostegno e solidarietà nei confronti del dott. Le Foche, che ha dovuto affrontare un’operazione maxillo facciale, rischiando di perdere un occhio per la violenza dei colpi subiti. Il dottore è quindi ricoverato nel reparto chirurgia maxillo-facciale con un trauma cranico-facciale.
Ha riportato la frattura del pavimento orbitario sinistro e del setto nasale. Come chiarito dallo stesso Umberto I di Roma, Le Foche “è in condizioni critiche ma non in pericolo di vita”. Sono tanti i messaggi d’affetto, non solo tra le autorità del mondo della Sanità e delle istituzioni, ma anche di tantissima gente comune. Così tanti da soverchiare, i pochi “leoni da testiera”, che non hanno fermato la “zampa” infida.
Policlinico Umberto I di Roma – Francesco Le Foche setino
Non l’hanno fatto nemmeno davanti a una aggressione così grave. Il popolo no-vax, ha ancora il dente avvelenato dopo le interviste tv dell’immunologo durante la pandemia. I loro messaggi però sono stati soverchiati e spazzati via dall’affetto che sta circondando il dottore setino. Ricordiamo inoltre che a novembre 2020 in piena pandemia, il dott. Le Foche ha pubblicato il libro “Sì, andrà tutto bene: ecco perché il Covid-19 sarà sconfitto”. Il suo approccio in pandemia gli è valso l’appellativo di “ottimista”. Tuttavia seguendo un certo protocollo, con quello che possiamo definire “metodo all’italiana”, seguito e copiato nel mondo, possiamo dire di esserne usciti. Solidarietà a Le Foche, arrivata anche dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. “L’episodio di violenza lascia sconcertati e basiti. In quest’anno abbiamo previsto misure importanti dirette a presidiare la sicurezza degli operatori sanitari che lavorano nelle strutture del Servizio sanitario nazionale”, ricorda il ministro.
© Riproduzione riservata
