Mafalda di Savoia principessa deportata a Buchenwald, esempio d'amor patrio - itLatina

itLatina

MEMORIA VALORI ED EMOZIONI

Mafalda di Savoia principessa deportata a Buchenwald, esempio d’amor patrio

Mafalda di Savoia -Mafalda Da Bambina in foto

Mafalda di Savoia nata a Roma, trova la morte a Buchenwald dove dimostra grande coraggio e lascia questa vita terrena rivolgendo gli ultimi pensieri ai figli e all’Italia tutta con infinito amore. Soprannominata da tutti Muti, d’indole dolce e obbediente era profondamente legata ai valori della famiglia, della fede ed era dotata di un grande senso di umanità.

Mafalda di Savoia

Subì molto l’influenza materna e così da piccola con le sorelle, lavorava a una piccola macchina per cucire, per confezionare corredi a ragazze meno fortunate che altrimenti all’epoca non avrebbero potuto sposarsi. Durante la prima guerra mondiale, con le sorelle seguì la madre nelle sue frequenti visite ai soldati e agli ospedali, venendo così coinvolta nelle attività di conforto e cura alle truppe. Seguì quindi le orme della madre, pur essendo minuta e gracile, mai si lamentava. Si sposò con il con il principe tedesco Filippo, langravio d’Assia-Kassel.

Mafalda di Savoia - Pelliccia con perle

Tuttavia, l’aver sposato un tedesco, per Mafalda, con l’ascesa del nazismo, si rivelò fucina di tragedia, pur essendo come tutti gli italiani internati, innocente. Erano tempi di pericoli, cambi repentini di rotte, agguati e spie presenti ovunque. Nel mezzo della guerra, Mafalda dopo essere stata all’estero a dare conforto alla sorella che aveva perduto il marito, riuscì rocambolescamente a rientrare a Roma.

Campo di concentramento di Flossenbürg

Fece appena in tempo a rivedere i figli, custoditi in Vaticano da monsignor Montini, futuro papa Paolo VI. Il mattino dopo all’improvviso, riceve una chiamata dal comando tedesco, per una telefonata del marito da Kassel in Germania. Era un tranello. Il marito era già nel campo di concentramento di Flossenbürg. Mafalda arrestata e imbarcata su un aereo verso Monaco di Baviera. Trasferita a Berlino e infine deportata a Buchenwald e rinchiusa nella baracca n. 15 sotto il falso nome. Le vietarono di rivelare sua identità. Per scherno, i nazisti la chiamavano Frau Abeba.

Mafalda di Savoia - Francobollo Di Mafalda Di Savoia in foto

Eppure alcuni italiani, in un luogo in cui c’erano tanti deportati per motivi politici, la riconobbero. Si racconta che la principessa voleva essere considerata un’italiana come gli altri e che mangiava pochissimo. Quando poteva, faceva in modo che quel poco che le arrivava in più fosse distribuito a chi aveva più bisogno di lei.

Campo di Buchenwald

La tragedia era ancora in agguato. Nell’agosto del ‘44 le truppe alleate bombardarono il lager, colpendo la baracca della principessa, distruggendola. Ella riportò gravi ustioni e contusioni varie su tutto il corpo. Ricoverata nell’infermeria della casa di tolleranza dei tedeschi del lager, ma non ricevette cure. Dopo quattro giorni di tormenti, insorse la gangrena e le amputarono un braccio. L’operazione ebbe una lunghissima sconcertante durata.

Mafalda di Savoia - Mafalda Con I Figli

Ancora addormentata, Mafalda resta abbandonata in una stanza privata di cure. Morì dissanguata. Il dott. Fausto Pecorari, radiologo internato a Buchenwald, affermò che Mafalda sia stata intenzionalmente operata in ritardo. Lo fecero per provocarne la morte. Tale metodo era già in uso a Buchenwald ed eseguito sempre dalle SS su alte personalità di cui si desiderava sbarazzarsi. Sembra che, poco prima di morire, abbia detto ai compagni di sventura alcune parole.

Castello di Kronberg im Taunus

Sento che per me sarà difficile guarire, voi siete giovani, potete farcela… Se mai la fortuna vi aiuterà a tornare fatemi un bel regalo… salutatemi i miei figli Maurizio, Enrico, Ottone ed Elisabetta. Salutatemi tutta l’Italia dalle Alpi alla Sicilia.» Il corpo della principessa venne messo in una fossa comune, con dicitura: «262 eine unbekannte Frau» (“una donna sconosciuta”). La giovane principessa, con la sua triste storia, divenne un simbolo della deportazione femminile.

Abito da sposa - Nozze Di Mafalda Di Savoia

Trascorsi alcuni mesi, sette italiani, appartenenti alla regia marina originari di Gaeta catturati al deposito militare di Pola, deportati a Weimar, avevano saputo, che la principessa Mafalda era prigioniera insieme a ebrei e politici. Dopo la liberazione decisero di recarsi a Buchenwald. Riuscirono a trovare le spoglie della principessa e si tassarono per apporvi una lapide identificativa. Oggi riposa nel piccolo cimitero degli Assia, nel castello di Kronberg im Taunus

Premio internazionale per la pace “Principessa Mafalda di Savoia-Assia

L’Italia non ha mai dimenticato la principessa. A lei sono state dedicate vie, piazzi, monumenti, lapidi e una rosa. Nella chiesa detta “tempio dell’Internato Ignoto” a Padova, è stato eretto un altare dedicato alla principessa Mafalda, opera dello scultore Vucotich. Anche la passeggiata lungolago a Como è intitolata a Mafalda. Qui ai giardini, affacciati sul Lago di Como, la si ricorda con una statua in bronzo, realizzata da Massimo Clerici nel 2002. A Rivoli in Piazza Mafalda di Savoia è presente un busto in bronzo della principessa Mafalda, alla quale è intitolato il piazzale del Castello di Rivoli. Il premio internazionale per la pace “Principessa Mafalda di Savoia-Assia” viene conferito annualmente dall’associazione internazionale Regina Elena a enti e personalità di dodici Paesi (Azerbaigian, Belgio, Capo Verde, Egitto, Etiopia, Francia, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Russia, Svizzera, Ungheria).

Mafalda di Savoia principessa deportata a Buchenwald, esempio d’amor patrio ultima modifica: 2023-01-26T07:00:00+01:00 da Redazione

Commenti

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top
0
Would love your thoughts, please comment.x