Peppalacchio e Peppa, gli eterni sposini del Carnevale setino - itLatina

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Peppalacchio e Peppa, gli eterni sposini del Carnevale setino

Peppalacchio e Peppa - gli sposini sull'erba

Peppalacchio e Peppa riusciranno finalmente a convolare a nozze? Ne dubito, ma in ogni caso, la coppia di eterni sposini, fanno parte di una tradizione che deriva da riti ancestrali legati all’alternarsi delle stagioni.

Peppalacchio e Peppa

Un tempo la vita rurale era legata ai raccolti e si compivano molti riti per accattivarsi gli spiriti dispettosi e gli dei per avere abbondanza delle messi. A Sezze quindi come in altre zone d’Italia, si esorcizzano paure e si cerca di scacciare l’inverno, ardendo dei fantocci. Accade in molti carnevali italiani, semplicemente perché si tratta di riti di derivazione romana.

Peppalacchio E Peppa -  sposi sull'erba

In ogni caso, Sezze ha delle maschere proprie, che sono appunto Peppalacchio e Peppa. Ogni anno danno vita ad un rituale, che non può mancare. Peppalacchio è un fantoccio, che somiglia tanto ad uno spaventa passeri. E’ fatto di canne e paglia, simbolo appunto dell’ancestrale cultura contadina. Il caro Peppalacchio porta appese alle braccia le “saraghe”, ovvero delle aringhe affumicate. Sono pesci simbolici, che si conservavano in inverno, stagione durante la quale, la merce fresca era rara in tempo di carestia.

Riti pagani ancestrali

Le nozze dei due spaventapasseri in balia degli scherzi e degli sberleffi, inizia il Giovedì Grasso con Peppa, che è anche incinta. Peppalacchio sarà uno spaventapasseri, ma a quanto pare non perde tempo. Peppa, avvenente, con il suo abituccio da sposina, sospira e spera di avere l’anello al dito! Altri paesi hanno delle maschere di carta pesta, invece la cultura contadina qui resta legata alla semplice paglia.

PEppalacchio e peppa - Spaventapasseri seduti sull'erba

Sembra che questo rito abbia migliaia di anni e si tramanda oralmente sul territorio. Qui l’agricoltura ha sempre avuto qualcosa di sacro, dai tempi in cui Sezze era romana. Quindi sopravvivono riti che oramai fanno parte del nostro DNA e vanno tramandati alle nuove generazioni. Portate quindi i bimbi mascherati a giocare attorno a Peppa e Peppalacchio. II Giovedì Grasso, giorno d’inizio del Carnevale, “gli sposi spaventa passeri”, devono salire su un carro trainato da un cavallo.

Giovedì Grasso a Sezze

Naturalmente sul carro non può mancare una botte di vino. Si beve sempre per scaldarsi e scacciare l’inverno. Il carro procede come un corteo per gli si sposi male in arnese. La gente canta, balla e suona festeggiando e compiendo il rito festoso, tra adulti e bambini. Nel corteo ci sono anche dei ragazzi vestiti da chierichetti e da impiegati comunali d’altri tempi con baffoni a manubrio e cappelli a cilindro. Come da tradizione, il corteo attraversa le vie del centro storico cantando più volte la famosa canzone di Peppalacchio. Durante la sfilata, si recitano filastrocche di Carnevale che rimandano alla Quaresima che è dietro l’angolo.

Peppalacchio e PEppa - Sposi Spaventapasseri sulla panchina

Mentre il corteo festeggia e gira per Sezze, sopraggiungono il sindaco e il prete, per officiare finalmente il matrimonio burlesco. Peppalacchio finisce sul rogo; mentre la povera Peppa piange consolata da qualche donna. Con il rogo si compie il carnevale.

Peppalacchio e Peppa sposi

Quando era primaria la vita rurale, la gente tentava di interpretare le fiamme, che alte erano un buon auspicio per le messi. Altresì si credeva che una volta bruciato il fantoccio, lo spirito del male sarebbe morto e il terreno coltivato avrebbe dato tanta abbondanza. Peppalacchio è un po’ il vecchio anno che arde, in fiamme purificatrici. Peppa invece è la Terra Madre fecondata, ovvero gravida. La sua fertilità significa che la vita continua e darà ancora dei frutti.

piazza - Falò a Sezze

Si tratta quindi di riti arcaici che rimandano alla dea Opis, moglie di Saturno che per i Romani era la Madre Terra e dèa dell’abbondanza. Di seguito una lirica della poetessa Annamaria Bovieri. “Peppalacchio e Peppa” di M’pustachi begliN’cima a nu carretto passono pi li uie, tra allegre risate canchi di gente. Sono di cutecù Peppalacchio e Peppa. La di di giuedì grasso è arriuata!(…)

Annamaria Bovieri e Peppalacchio e Peppa

(…)Peppalacchio si mette M’braccetto l’amata, Peppa cuntenta uestita da sposa i guarda curiosa i penza: “Tocca ca quest’anno mi s’arisposa!” Su begli i spusci a Peppalacchio n’ci mancano mai le saraghe. Le porta appese i pi la puzza fa scappà tutto i paese! Sì sposono ma dura poco i martedì grasso bruciono Peppalacchio Pouera Peppa che uè cunsulata da femmene uestite di niro. Spettacolo fine, di vecchie credenze più la fiamma s’aiazza più grusso è gli raccolto. E tra risate gioiose battute divertenchi i Carnualo annuncia bei tempi. Che bella n’venzione le maschere nostre, portono allegria e bone promesse. Solo nu ci li putauamo ammentà n’ci le pò toccà niciuno su di nostra proprietà i ci aiutano a sperà. Che nonostante le difficultà niente ci pò fermà Le tradiziugni n’ze polo abbandonà. Sempre riguardo il carnevale ecco un’altra lirica.

I carnualo di na ota

I CARNUALO DI NA OTA I Carnualo nostro era differente, ci si diuerteua cu ngnente! N’ci steuono tutte ste maschere strane.  È uero ca i tempi olo cagnachi, ma i ricorghi n’ze polo scordà. Le madri nostre ci mascherauono cu poco Cu gli ritagli di stoffa che tenevano. Damine, Principigni, Fatine, Zorro n’Diagni I ni mancaua mai i uestito Digli Paeso nostro.  Dragona, fazzolettono, zinalo i gli cuncuniglio!  Pe fa la festa più divertente Puro i grusci si mascherauono le femmene da maschio Cu gli uestichi digli patro O digli frato..si teneua quiglio da suldato.  I Maschi da femmena Erono buffi cu le calze i le cosse storte Sì faceuono i petto beglio grusso aiazzato Truccachi in modo esagerato! Le parucche bionde, roscie brune i pi n’fazze ariconosce si metteuono la maschera di carta, accattata da Ualeria.(…) 

Opis madre terra moglie di Saturno

(…)La sera s’aggiraua pi gli Paeso, si ieua a truà i cumparo n’amico che ci deua frappe, struffugli e uino.  Era tutta n’allegria quando si passaua pi la uia! Baci abbracci carnalità e quando aueuamo finito d’agirà Ci iauamo a culucà Stracchi, strucchi i sdilluffachi.  Carnualo era passato La dì dopo a messa a pregà… Pi la Quaresima che steua arriuà! 

Buon Carnevale!

Peppalacchio e Peppa, gli eterni sposini del Carnevale setino ultima modifica: 2023-02-08T07:00:00+01:00 da simona aiuti

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