Culto della ninfa Marica a Minturno dea delle acque - itLatina

itLatina

MITI E LEGGENDE NATURA

Culto della ninfa Marica a Minturno dea delle acque

culto della ninfa Marica - Piccola Ninfa E Piccolo Tempio in foto

Culto della ninfa Marica, in area pontina, tanti ne avranno sentito parlare. Del resto, il tempio più antico, edificato dagli Aurunci, tramite maestranze etrusche è proprio a Minturno, e risale al VII – VI sec. a.C. Si trova sulla riva destra del fiume, era orientato ad ovest, dove anticamente scorreva il Garigliano.

Culto della ninfa Marica

Il tempo è a circa 400 m dalla foce, ed il primo gradino della scala d’accesso era sul livello dell’acqua. In tal modo si accedeva solo con imbarcazioni e doveva essere suggestivo. Sulla sponda sinistra, verso sud, si estendeva invece il bosco sacro, il Lucus Maricae a lei dedicato, che oggi à la pineta di Baia Domizia.

culto della ninfa Marica - Torre Marica Isola Del Liri in foto
Isola del Liri – Frosinone

Il tempio era in blocchi di tufo grigio. Poi i Romani dovettero riedificarlo su un podio in opera cementizia, orientandolo verso il fiume, il cui corso, presso la foce, era evidentemente cambiato. C’è un’epigrafe interessante riguardo il bosco. Non lo si poteva tagliare e se un ramo cadeva si lasciava a terra, nessun frutto si poteva raccogliere, né si poteva uccidere o togliere qualsiasi animale dal bosco perché in quanto anch’esso sacro. “Questo bosco sacro nessuno profani, né alcuno asporti su carro o a braccia ciò che al bosco sacro appartenga(…)

Archeologia a Minturno

(…) né lo tagli, se non nel giorno in cui sarà fatto il sacrificio annuo; in quel giorno sia lecito tagliarlo senza commettere azione illegale in quanto lo si faccia per il sacrificio. Se qualcuno lo profanerà, faccia espiazione offrendo un bue a Giove ed inoltre paghi 300 assi di multa. Il compito di far rispettare l’obbligo tanto dell’espiazione quanto della multa sia svolto dal dicator.” Ancora oggi qualcuno va presso il santuario della Dea Marica, offrendole candele rituali. Esistevano dei riti per onorare la Dea, come bruciare un’erba odorosa su un’ara, o gettare nell’acqua del fiume o della palude coroncine di fiori oppure le statuette votive in terracotta.

culto della ninfa Marica - Lucus Maricae2
statuetta in frammento della ninfa Marica

Esiste anche la Torre Marìca, probabilmente perché il culto di Marìca doveva essere molto forte in tutto il basso Lazio. Alla ninfa, infatti, è anche dedicata una torre, di cui i resti sono ancora visibili presso Isola del Liri.

Pineta della Baia Domizia – culto della ninfa Marica

Qui le acque sono il reticolo che compone un territorio, compresa la cascata. La costruzione è su una collina, al centro di una radura. Probabilmente in epoca antica, era il fulcro di tutte le feste di fine estate. Ai piedi della torre, le ragazze lasciavano offerte, con il divieto però di restare oltre il tramonto. Secondo la leggenda, la dea viveva proprio nella grotta della grande cascata, attraverso una porta rocciosa, in un labirinto che intrappolava l’acqua e portava al lago che si trovava nel cuore della montagna.

culto della ninfa Marica - Ninfa Marica evocata

Secondo alcuni miti romani presenti nell’Eneide, Marìca era compagna del Fauno, divinità dei campi e della pastorizia, celebre per il suo corpo mezzo uomo e mezza capra. Dalla loro unione sarebbe nato Latino, primo re del Lazio. Orbene, tornando al Lucus, era allora circondato da un’estesa palude, la “palus maricae” che si estendeva su entrambe le sponde del fiume.

Riviera di Ulisse

Aveva un significato di morte e resurrezione, in quanto il suo fondo era limaccioso e pericoloso come gli inferi. Nella palude si nascondeva, infatti, la Dea, a cui si associava sia la vita che la morte, quindi anche il ciclo della rinascita. Questo territorio del resto, paludoso e umido lo è sempre stato. Marìca era proprio ninfa dell’acqua e delle paludi. Era signora degli animali, protettrice dei neonati e della fecondità. Per andare alle origini del culto della dea Marìca non bisogna quindi spingersi molto lontano da dove siamo. Lungo la Riviera di Ulisse come vedete, potete imbattervi nei resti che sono ancora meta di curiosi che lasciano candele e omaggi alla ninfa. Il Lucus Maricae era quindi anche il bosco sacro dedicato alla dea e si trovava come dicevo, nell’odierna pineta di Baia Domizia, al confine tra Campania e Lazio.

Culto della ninfa Marica a Minturno dea delle acque ultima modifica: 2024-03-19T07:00:00+01:00 da Redazione

Commenti

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top
0
Would love your thoughts, please comment.x