Satricum al centro di un incontro tra il Prefetto Valente e il Direttore Generale dei Musei Osanna.
Satricum
Secondo la mitologia romana, Satrico fu tra le 18 città latine fondate da Silvio, figlio di Enea. Stando ai ritrovamenti archeologici un primo insediamento, composto perlopiù da capanne, fu effettivamente realizzato dai Latini già tra il X e il IX secolo a.C. Pochi conoscono e forse ancor meno sanno quanto in realtà sia antico questo territorio e quanto importanti siano le vestigia che calpestiamo.
Il museo di Satricum è scrigno di reperti antichissimi e molto importanti come pietre angolari della nostra civiltà. I romani stessi erano devoti al santuario che era come “una madre” da venerare e onorare. Quindi in questi tempi che viviamo per molti aspetti difficili; le istituzioni d’impegnano con un accordo per meglio potenziare e valorizzare luoghi e orme antiche. Ci si impegna altresì per la messa in sicurezza e il potenziamento del bene, così prezioso, in modo da restituirlo al più presto alla città.
Mater Matuta e Satricum
Non solo, ma al resto del mondo direi. Il Commissario straordinario Prefetto Carmine Valente ha ricevuto in Comune la visita del Direttore Generale dei Musei del Ministero della Cultura professor Massimo Osanna. E’ stato un incontro programmato con all’ordine del giorno il Museo Satricum cui ha partecipato anche il direttore regionale dei Musei del Lazio, dottor Stefano Petrocchi.
L’incontro è avvenuto dopo la visita del professor Osanna e del dottor Petrocchi al Museo di Satricum e ha rappresentato l’occasione per concordare la futura collaborazione tra la Direzione Generale dei Musei del Ministero della Cultura e l’amministrazione comunale di Latina. Il Commissario Valente ha sottolineato la necessità sia di mettere in sicurezza il Museo; sia di dargli la valenza che merita, considerando la straordinarietà dei reperti archeologici in esso presenti, dell’attigua area archeologica e della collina dove si trova il Tempio dedicato alla Mater Matuta.
Prefetto Carmine Valente
L’area abitativa è concentrata sull’acropoli, ampia circa 4 ettari e protetta da ripide scarpate, in circa 40 ettari di superficie. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce un santuario attribuito alla Mater Matuta; grazie al ritrovamento di una stele di epoca tardo repubblicana. Ma anche resti di ville, case, capanne e una necropoli laziale a nord ovest. Con la tomba più antica databile alle fasi finali del periodo laziale II A. Poi anche una necropoli volsca a sud ovest dell’acropoli.
Con oltre 200 tombe e una gran quantità di reperti di produzione greca, etrusca e italica; tre depositi votivi di notevole importanza storica per quanto ritrovatovi. Sono emersi reperti con iscrizioni in etrusco e in latino arcaico, tra cui la nota epigrafe, il cosiddetto Lapis Satricanus, databile tra il 525 e il 500 a.C. Nella mitologia romana, Mater Matuta.
Ministero della Cultura professor Massimo Osanna
Era la dea del Mattino o dell’Aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose. Il luogo dove sorgeva il santuario di Satricum, presenta una continuità di frequentazione religiosa, che si estende dall’VIII secolo a.C. almeno fino al I secolo a.C. Successivamente il tempio cadde nell’abbandono. Tornando ai giorni nostri, il Direttore Osanna ha confermato come primo impegno un accordo di valorizzazione del bene; sottoscritto tra Comune e Ministero. Lavoreranno in sinergia per migliorare la conoscenza, la promozione e la fruizione del Museo. Valente e Osanna hanno ipotizzato che i due Enti si occuperanno sinergicamente di realizzare attività di potenziamento del sito, delle sue peculiarità e del contesto territoriale in cui è inserito. Successivamente si prevede la possibilità di un partenariato pubblico/privato; utile al reperimento di finanziamenti necessari a restituire alla città un bene così prezioso.
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