Chiesa di San Pietro di Sezze, da circa cinque secoli nel cuore della città. Dove ora sorge la chiesa la cui precisa denominazione è SS. Pietro e Paolo, vi erano dei rigogliosi orti e modeste case medievali.
Chiesa di San Pietro di Sezze
L’area fu del tutto liberata per iniziare la successiva edificazione. Situata in Piazza De Magistris, verso la fine del ‘500, da parte del governo cittadino, si affidò ai Gesuiti di Sezze l’onore e l’impegno, mediante un’obbligazione reciproca, di realizzare qualcosa d’importante per la comunità. Si eresse il complesso sotto l’egida di Padre Claudio Acquaviva, facente parte della compagnia di Gesù; l’antichissima congregazione fondata da San Ignazio da Loyola.
A Sezze mancavano edifici scolastici e così doveva nascere un complesso architettonico che fungesse sia da luogo d’istruzione, sia da residenza religiosa, così come da collegio gesuitico. A quanto pare l’idea di creare un’istituzione religiosa-scolastica era stata del nobile Nicolò Pilorci; allora sindaco e notaio di Sezze. Egli mise per iscritto nel testamento datato 23 marzo 1584, la volontà di affidare ai suddetti padri la fondazione di un apposito collegio. Si erogava 3000 scudi; con l’obbligo di ultimare l’impresa in dieci anni.
Chiese di Sezze
Tempo dopo, il comune mise a disposizione dei Gesuiti ben 13.440 scudi; tremila dei quali provenienti dal citato lascito Pilorci. Di fatto i lavori si protrassero per una cinquantina d’anni. Si ultimò, infatti, la chiesa intorno al 1630. Vi sono stati dei rimaneggiamenti, ma l’affezione dei setini verso il tempo è sempre stata molto importante, nella sua intrinseca valenza. Oggi vediamo l’entrata e la facciata posta pressappoco ad angolo con piazza “Margherita”, già orto della famiglia De Magistris. Corrisponde ad un preciso stile di “architettura povera” caro ai Gesuiti. Vediamo della pietra calcarea, mattoni e canali, a basso costo ma non scadenti. Orbene, la partitura di facciata della chiesa, inquadrata da un semplice ordine a fasce in pietra calcare è essenziale ma imponente. Le ali estreme della facciata presentarono dapprincipio in alto una cornice di poco arretrata rispetto al filo del timpano centrale.
Padre Claudio Acquaviva
Sullo stesso tono estetico, seguirono altri elementi decorativi di facciata; come fasce, mensole e modiglioni. Tuttavia, in origine la facciata si presentava in modo diverso da oggi. Al riguardo, i mattoni della facciata furono utilizzati e messi a “cortina” in fasce alternate di colore giallo-paglierino e marrone – rossiccio. Ciò allo scopo di ottenere un ricercato effetto cromatico. I mattoni policromi, dovevano bilanciare l’estremo rigore della progettazione complessiva. Anche il timpano posto in cima alla facciata, doveva essere un elemento decorativo per nobilitare l’insieme. Poi in tempi diversi, e con interventi sempre parziali , sono state adottate soluzioni di tamponatura per varie necessità di restauro che interessarono vari settori della chiesa. Non si può non notare il grande orologio che rende l’insieme molto più leggero; opera dell’architetto costruttore anche del campanile del Quirinale. Su di esso svettano due piccole campane.
Arte sacra setina e Chiesa di San Pietro di Sezze
Facendo di nuovo scendere lo sguardo sulla facciata, moltissimi setini non approvano affatto il restauro della facciata, che come risultato ha un impatto visivo discutibile. In ogni caso, oggi possiamo osservare “una facciata”, che si presenta ancora con un paramento in mattoni rossi delimitata da lastre di calcare. Ad un occhio attento, si presenta la parte superiore caratterizzata da un timpano con al centro una piccola apertura a sezione circolare.
Entrando, l’interno del tempo è rimasto del tutto in stile gesuitico. Vi è una grande e bella navata singola e quattro cappelle laterali. Di pregio e molto ben decorato è il noto soffitto a cassettoni di legno; opera di Fratel da Pozzo. Si tratta di uno dei soffitti più belli e pregiati dell’intero territorio. Decorato con colori tenui che vanno dal giallo all’azzurro chiaro, colpisce il visitatore. All’interno ancora, facendo scivolare lo sguardo, gli occhi si posano su altre opere.
Centro storico di Sezze
Come sulle belle statue che meritano attenzione de la Fede e della Speranza. Sono capolavori di artisti, allievi della scuola del Bernini. Mentre gli affreschi dei Santi Cosima e Damiano, del Sacro Cuore di Gesù e di San Michele Arcangelo, sono opere di Giuseppe Turchi. La bella tela dedicata a San Pietro e Paolo, è posta sull’altare maggiore, ed è opera di Francesco Cozza.
Davvero belli e di ottima fattura, alcuni dipinti che si trovano all’interno delle cappelle. La tela raffigurante Gesù presso l’altare dei Sacconi è un’altra opera pregevole. E’ bello assaporare con lo sguardo una serie di dipinti che secondo gli esperti accreditati sarebbero della scuola del Baciccia; tra l’altro autore dei decori della chiesa del Gesù a Roma.
Foto di copertina – Foto- Walter/fonte Facebook
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