Passione vivente di Sezze eccellenza mondiale, una macchina collaudata che ogni anno riesce a stupire per “pathos”, emozione, dedizione e spiritualità. Si tratta di un’organizzazione che non si ferma mai durante l’anno. Al punto che quando si giunge alla rappresentazione del venerdì santo, se ne comprende la titanica organizzazione. Al riguardo abbiamo parlato con Fabio Benvenuti, vice presidente dell’associazione setina.
Passione vivente di Sezze eccellenza
Quest’anno si celebra una ricorrenza molto importante, novant’anni di lavoro in cui si è voluto alzare l’asticella. Nessuno in Italia è mai riuscito a eguagliare un lavoro fatto da “giganti”. Sono coinvolti dai 600 ai 700 attori dilettanti, che sfilano con costumi degni del premio oscar Francesca Lo Schiavo. Nel ricostruire le vesti si è cercato di rispettare la tradizione più antica degli anni ’30 del ‘900, attraverso foto e immagini che sono oggetto di studio.
Costumi che sono indossati da attori che lavorano per circa tre ore, mantenendo concentrazione e impegno encomiabili, accompagnati dall’organizzazione che non lascia nulla al caso. Esiste anche in itinere uno studio e una catalogazione del materiale di foto e video d’epoca, che sarà messo online. Inoltre la macchina organizzativa ha “aperto i bauli”, rispolverando i costumi originali d’epoca, riparandoli e riutilizzandoli. Quindi con emozione, vedremo una rappresentazione della Passione setina che torna alle origini.
Via Crucis di Sezze – Passione vivente di Sezze eccellenza
Naturalmente con l’ausilio della tecnologia moderna, che è al servizio di un lavoro artigianale, che per questo resta unico. Ancora una volta, con maggiore emozione dopo l’epoca Covid, rivedremo la Via Crucis sfilare nelle strade del centro storico la sera di Venerdì Santo del prossimo 7 aprile. Già fervono i preparativi riguardo alle ultime cose da limare, prima che si apra il sipario, per quello che è un evento che si attende da tante parti d’Italia e anche a livello internazionale.
La Passione vivente di Sezze deve essere “Patrimonio immateriale dell’Unesco”, perché questo “spaccato di cultura” lo merita. Inoltre la “Via Crucis di Sezze”, deve anche diventare in Italia, “patrimonio immateriale del Ministero della Cultura”, conservato a futura memoria, su supporto digitale, per essere tra i “documenti d’interesse culturale destinati all’uso pubblico”. Le musiche sono quelle originali composte dal grande Licinio Refice, e anche del Perosi, altro musicista noto.
Patrimonio immateriale del Ministero della Cultura
Questo tornare alle origini per i novant’anni, è anche un omaggio rivolto alle migliaia di cittadini, attori e figuranti e dirigenti, che hanno saputo, tramandare una straordinaria tradizione culturale. Da quel venerdì santo del 1933, Sezze porta in scena nelle strade un evento che ha radici nel medioevo e che fa parte della storia stessa dell’Italia intera. Rivedremo in qualche modo Sezze antica.
La regia e direzione artistica saranno curate da Piero Formicuccia, che come tutti, guarderà al fondatore Filiberto Gigli e a tutti i setini che da pionieri vollero celebrare, attraverso una rievocazione spettacolare e suggestiva, uno dei momenti più significativi della storia del cristianesimo. Le differenze tra La Passione vivente di Sezze e altre rappresentazioni sono molte. A Sezze gli attori sono in processione, come in un teatro itinerante. Come un film, una pellicola scorre davanti ai fedeli. A Sezze non si mette in scena solo la passione.
Patrimonio immateriale dell’Unesco
Ci si rifà anche il vecchio testamento, secoli prima di Cristo. Tutti gli attori sono volontari e dilettanti, che si muovono su 38 scene e centinaia di figuranti. Per celebrare i 90 anni l’associazione metterà dei quadri artistici che hanno l’intento di ricordare il valore espressivo di quella vivace e potente ispirazione che attraversa la “Passione di Cristo di Sezze”.
I soldati romani sono incredibilmente realistici e rappresentando la forza militare, con le armature, riprodotte in modo fedele. Il pianto delle pie donne, cantato in modo struggente, evocherà un grido di dolore antico ed eterno. Così come ingenuo e semplice è il canto degli spiriti angelici. Vedremo il quadro degli scheletri che rappresenta il tormento della morte vinta dal Signore della Vita.
Eccellenze pontine
Così come il lento vagolare di ombre sul limitar della Luce. Infine la deposizione e il singhiozzo delle Marie. Un grazie va anche alle istituzioni e alle forze dell’ordine, che collaborano coesi, consentendo di poter riproporre l’evento il Venerdì Santo lungo le strade cittadine in modo impeccabile.
Il pensiero va ai setini di novant’anni fa che dal profondo del cuore ringraziamo e umilmente cerchiamo di onorare.
Fonte foto – Facebook
